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Superbonus e bonus facciate: questo il parere dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio
Superbonus e bonus facciate: questo il parere dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha analizzato ciò che non ha funzionato riguardo il Superbonus e il bonus facciate e ha proposto una serie di interventi concreti per rimodulare il sistema delle detrazioni fiscali legate ai bonus edilizi.

In occasione dell’audizione svolta il 19 aprile in Commissione Finanze del Senato sul disegno di legge di conversione del nuovo Decreto Superbonus (DL 39/2024), l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha trasmesso una Memoria in materia di agevolazioni fiscali legate all’edilizia.

Il Superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni lasciando anche una pesante eredità sul futuro. I loro effetti finanziari risultano a oggi superiori a quelli attesi nelle stime ufficiali per l’intero periodo di validità delle misure.

queste alcune delle considerazioni dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

L’analisi fatta dall’UPB in materia di Superbonus evidenzia che al 1° marzo 2024 l’ammontare del Superbonus nel periodo 2020-2023 è pari a circa 170 miliardi di euro. Secondo l’UPB, infatti, la differenza tra i risultati e le attese nel caso del Superbonus è stata macroscopica e senza precedenti. Tra i fattori che hanno contribuito a una spesa molto superiore rispetto a quella prevista, l’UPB evidenzia:

l’elevata percentuale dell’agevolazione, che ha comportato che la spesa incentivata fosse interamente a carico dello Stato eliminando di fatto il contrasto di interessi tra acquirente e fornitore;
la fissazione di massimali di spesa agevolabile più elevati rispetto a quelli previsti per altri interventi di incentivo riguardanti gli immobili;
l’attrazione nell’ambito della spesa agevolata anche di interventi già incentivati con aliquote inferiori (interventi trainati);
la possibilità di fruire dell’agevolazione attraverso lo sconto in fattura e la cessione del credito, che ha allargato la platea dei beneficiari a soggetti incapienti o parzialmente incapienti e a coloro che non avrebbero avuto sufficiente liquidità per iniziare i lavori edilizi;
l’automaticità dell’agevolazione;
la mancanza sin dall’inizio di meccanismi di autorizzazione preventiva che avrebbero reso possibile l’inserimento di un tetto di spesa senza ledere i diritti acquisiti dei beneficiari.

Inoltre, tra i fattori sopraggiunti in seguito che hanno fatto aumentare la spesa, l’UPB ha elencato:

il progressivo prolungamento della validità della misura da fine 2021 a tutto il 2025 (con aliquota al 110 per cento fino a tutto il 2023);
gli effetti annuncio di norme volte a contenere il ricorso all’agevolazione che hanno comportato, a tratti, accelerazioni nelle asseverazioni e nella realizzazione dei lavori;
l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali da costruzione come conseguenza, oltre che del generale aumento dei prezzi dei beni energetici, dell’accresciuta domanda di lavori e del venire meno del contrasto di interessi tra acquirente e fornitore;
l’emergere di fenomeni fraudolenti essendo il sistema di controlli essenzialmente basato su certificazioni di soggetti privati.

Secondo il parere esposto dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il sistema delle detrazioni fiscali legate ai bonus edilizi dovrebbe essere riformulato in modo concreto e tale riformulazione consisterebbe innanzitutto nel fissare un’aliquota a un livello tale da incentivare un comportamento ritenuto meritevole senza porre l’onere della spesa totalmente a carico dello Stato. A tal proposito, secondo l’UPB, nella determinazione del livello dell’aliquota si dovrebbe tenere conto del recupero del costo iniziale dell’investimento che sarà assicurato nel tempo dal risparmio energetico prodotto dall’efficientamento.

In secondo luogo, l’agevolazione dovrebbe essere selettiva con riguardo sia alle attività incentivate, sia ai beneficiari. Questo punto è importante poiché per quanto riguarda i beneficiari, la possibilità di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito è stata riconosciuta a tutti, anziché limitarla a coloro che avrebbero avuto problemi di capienza fiscale e vincoli di liquidità per anticipare le spese.

Sempre secondo l’UPB, è necessario sottoporre le agevolazioni ad autorizzazione preventive, poiché l’automatismo legato al riconoscimento del Superbonus e di altri bonus edilizi ha portato e porterebbe a rendere alto il rischio che la misura produca effetti superiori alle attese.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha concluso dichiarando che in prospettiva dovrebbe essere valutata l’opportunità di sostituire all’agevolazione attuale un trasferimento monetario, ossia un contributo diretto alla spesa, modulato in base alla condizione economica del nucleo familiare e alla classe energetica dell’edificio. Tale contributo dovrebbe essere sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa. Infine, a questo tipo di misura, secondo l’UPB, andrebbe affiancato un sistema di monitoraggio che permetta di valutare l’andamento della spesa e l’efficacia della misura, in modo da poterla eventualmente riorientare.

Deborah Maria Foti
Ufficio Stampa ANAPI

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Pubblicato il
24 Aprile 2024

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