Quando si parla di processo di transizione energetica, si citano spesso le comunità energetiche. Ma di cosa si tratta? L’argomento verrà approfondito durante il convegno organizzato da Anapi e Plenitude il 10 giugno a Milano e dedicato agli Associati ANAPI.
Con il concetto di comunità energetica (Energy Community) s’intende un modello molto innovativo inerente alla produzione, distribuzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Si tratta di un insieme di più soggetti (aziende, cittadini e/o attività commerciali) che decidono di dotarsi di sistemi mirati alla condivisione di energia pulita e rinnovabile. L’obiettivo di una comunità energetica, infatti, è quello di puntare ad una sostenibilità maggiore e ridurre, di conseguenza, la dipendenza dal sistema elettrico nazionale.
A livello europeo, quindi, la comunità energetica è un vero e proprio soggetto giuridico autonomo basato su un sistema che permette la condivisione dell’energia tra i diversi partecipanti, attuando il principio di autoconsumo e autosufficienza.
In tal modo, oltre al contrasto allo spreco energetico, le comunità energetiche rispettano i valori di sostenibilità e visto che questo modello si basa sull’energia prodotta da fonti rinnovabili, uno degli obiettivi principali è quello di affrontare in modo innovativo l’importante problema dell’emergenza climatica di cui si sta discutendo molto soprattutto negli ultimi anni.
Da un punto di vista più tecnico, sia che si viva in abitazioni singole o in condomini e sia che si tratti di aziende o cooperative, nel momento in cui si compone una comunità energetica, se l’intenzione è quella di diventare parte attiva di questo modello innovativo, è necessaria la presenza di un impianto fotovoltaico con accumulo. In caso contrario, si potrà comunque prender parte ma semplicemente in veste di consumatori.
Quando si parla di comunità energetica, inoltre, un concetto importante è quello della Smart Grid, ovvero un insieme di reti intelligenti che ottimizza la distribuzione dell’energia elettrica, decentralizza le centrali di produzione dell’energia e minimizza i sovraccarichi e le variazioni della tensione elettrica.
Attraverso questo sistema chiunque sia in possesso di un impianto connesso in rete (ossia il Prosumer), può aderire a una comunità energetica e condividere la sua energia in eccesso con altri utenti (ossia i Consumer). Naturalmente, questo processo di condivisione avviene nel rispetto di condizioni specifiche.
Da un punto di vista di tecnologie, ovviamente il primo elemento che abilita una comunità energetica è la rete elettrica, ulteriori tecnologie riguardano prettamente la gestione energetica, quindi quei sistemi che riguardano il monitoraggio dei consumi e l’integrazione dei vari utenti.
I vantaggi della costituzione di una comunità energetica sono molteplici. Innanzitutto con questo modello, basato su fonti energetiche rinnovabili, vi sono numerosi benefici in termini di impatto ambientale. Inoltre, anche da un punto di vista economico le comunità energetiche, essendo maggiormente autosufficienti, permettono un notevole risparmio sui costi di importazione dell’energia e, di conseguenza, un visibile risparmio in bolletta.
La tematica delle comunità energetiche verrà approfondita in occasione di un convegno, organizzato da ANAPI in collaborazione con Plenitude, che si terrà presso l’Auditorium Plenitude sito a Milano, in via Ripamonti 85, il 10 giugno a partire dalle ore 10:30.
La partecipazione è gratuita per gli Associati ANAPI e permetterà il conseguimento di n° 3 crediti formativi validi per l’aggiornamento professionale del 2022.
Per ulteriori dettagli sull’evento, consultare la locandina in basso.
Deborah Maria Foti
Ufficio Stampa ANAPI
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L’articolo Comunità energetiche: cosa sono e come funzionano? proviene da ANAPI – Associazione Nazionale Amministratori Professionisti di Immobili.